sabato 25 agosto 2007

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mercoledì 8 agosto 2007

Hohner Special 20



È bellissima. E ora si suona un po' di blues.

domenica 5 agosto 2007

Libri: Luglio 2007


Libri acquistati

Yasunari Kawabata - La casa delle belle addormentate (usato)
Abraham B. Yehoshua - L'amante (usato)
Yukio Mishima - La via del samurai (usato)
Ned Vizzini - Mi ammazzo, per il resto tutto ok (usato)
Christopher Hitchens - Dio non è grande
David Foster Wallace - Infinite Jest

Libri letti

Ned Vizzini - Mi ammazzo, per il resto tutto ok
John Kennedy Toole - La Bibbia al neon



Ho comprato il libro di Vizzini divertito e incuriosito dal titolo, ho pensato che un bel libro con un po' di sano e cinico umorismo nero non poteva farmi male, soprattutto se le premesse ci sono tutte: un ragazzo depresso in psicanalisi e sotto farmaci. Però il fatto è che parla di un ragazzino e non di un ragazzo, poi l'altro fatto è che questo ragazzino va in un reparto di psichiatria dell'ospedale (bene!) dove trova l'amore e capisce persino quello che vuole fare da grande (ma va' a cagare). Brutto e banale, e brutto.
Ho liquidato in quattro righe il libro di Vizzini non solo perché non ne meritava di più, ma anche perché il libro che ho letto dopo è un VERO CAPOLAVORO. John Kennedy Toole è uno scrittore formidabile che ha scritto due libri meravigliosi.
Avevo letto "Una banda di idioti" quattro o cinque anni fa e me ne ero innamorato, personaggi estremi (di quelli che ti aspetti di trovare in un film dei coen, per intenderci), situazioni assurde e tanta ironia e critica sulla società.
Per "La bibbia al neon" mi aspettavo un libro sulla falsariga della banda di idioti, fu scritto prima (quando toole era solo sedicenne) e quindi pensavo a una specie di prova per il suo secondo, immenso, lavoro. E invece no. Una bibbia al neon è già un opera matura, completamente diversa. Qui non c'è ironia, non ci sono personaggi grotteschi e surreali, qui c'è la realtà drammatica e disperata della vita di una provincia americana durante la seconda guerra mondiale. Il protagonista, David, non ha niente da spartire con il gigantesco e grottesco Ignatius della banda. David è povero, orfano del padre e con una madre impazzita in un ambiente dove i fondamentalisti islamici sembrerebbero convinti liberali.
Dovrei concludere, come è solito fare, piangendo sulla prematura morte di Toole (suicida a 32 anni) dichiarando quanto altro avrebbe potuto scrivere. L'ho già fatto parlando di Carver qualche mese fa e lo dovrei rifare ora, ma non lo dico, così da non risultare stucchevole. Però lo penso.